Report conferenza “Bracconaggio 2.0: un anno dopo” ed aggiornamenti

Anche il 18esimo anno di Carpitaly è giunto al termine. Manifestazione che, rispetto alle prime edizioni in cui era preponderante l’aspetto commerciale ed alieutico, ha assunto negli ultimi anni anche un importante ruolo nel campo della lotta ai problemi che affliggono la pesca sportiva, divenendo sede di importanti conferenze in merito ai tristi fenomeni del bracconaggio e delle fly carp. Fondamentale lo scorso anno la conferenza Bracconaggio 2.0, che riuscì a portare la pesca ed i suoi problemi agli occhi della politica, gettando di fatto le basi di un movimento che in questo ultimo anno ha portato ad incoraggianti risultati sul campo e in materia di normative. A distanza di un anno, la pesca incontra nuovamente la politica nella conferenza “Bracconaggio 2.0: un anno dopo“, in un sala colma in ogni ordine di posto a sedere ed in piedi. L’incontro riassume di fatto tutto quello che è stato fatto durante l’anno appena trascorso (con l’importante emendamento nel Collegato Agricoltura che inasprisce le sanzioni pecuniarie e prevede l’arresto da 2 a 24 mesi oltre al sequestro delle attrezzature), analizza i problemi ancora presenti e le migliorie realizzabili (ed è la politica che chiede aiuto alla pesca sportiva).

E’ Roberto Ripamonti ad aprire la conferenza in veste di moderatore, annunciando la notizia relativa alla proposta da parte del deputato PD Marco Carra con il sostegno di tutte le forze politiche dell’emendamento di cui sopra, che andrà al voto delle Camere a breve. Non può mancare inoltre il punto aggiornato sulla situazione bracconaggio (un calo del 30% di fauna ittica nel solo ultimo anno in Provincia di Ferrara, dati allarmanti che mettono a rischio un mercato da 1,5 milioni di appassionati e 2 milioni di euro di indotto) ed nuovo appello alle forze politiche presenti per dare il colpo di grazia a questa terribile piaga.

Alan Fabbri di Lega Nord, colui che si prese l’impegno in prima persona alla scorsa conferenza, ha esposto la cronologia dei provvedimenti presi nell’ultimo anno, come la tutela della carpa come specie ad interesse storico, l’inserimento dell’uso dell’esca porzionata, l’aumento delle peni e il sequestro dei mezzi per  i reati di bracconaggio, il finanziamento di 50000€ alle associazioni di tutela ambientale derivati dalle sanzioni a tema. Conclude il suo intervento con l’annuncio dei lavori che stanno attualmente portando avanti, come l’impegno per concedere tratti di fiumi e canali in gestione alle associazioni, ed il dialogo con i consorzi di bonifica per garantire i livelli minimi nei periodi invernali nei canali di bonifica.

A dimostrazione che l’impegno contro il bracconaggio è trasversale (politicamente parlando),  il deputato PD Carra (Commissione Agricoltura), Crivellari della Camera dei Deputati (Commissione Trasporti), Treppiedi del Movimento 5 Stelle, si sono espressi tutti favorevoli dell’approvazione dell’emendamento, ed auspicano un ulteriore inasprimento delle sanzioni.

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Inasprimento necessario secondo quanto espresso da Vittorio Ferraresi (Movimento 5 Stelle, Camera dei Deputati, Commissione Giustizia). L’attuale emendamento infatti non sarebbe efficace quanto dovrebbe nei confronti di un problema che raccoglie tematiche a 360° (mercati ittici senza adeguati controlli, norme igieniche, inquinamento del pescato). Il penale infatti coprirebbe solo alcuni situazioni legate strettamente l’utilizzo di attrezzature vietate, mentre per le attrezzature legalmente utilizzabili in ambito pesca professionale, ma usate in modo erroneo, la sanzione sarebbe solo amministrativa.  Sarebbe quindi necessario applicare il penale a tutte  le sanzioni (argomento da portare in Parlamento), comprese quelle relative alla quantità e tipo di attrezzature utilizzate. E’ inoltre necessario mettere in condizione le forse dell’ordine di poter operare con risorse e forze adeguate.

Guidesi (Camera dei Deputati, Commissione Bilancio) ha tenuto a precisare che l’emendamento (seppur senza inasprimento delle sanzioni) è stato inserito in extremis nel Collegato Agricoltura in quanto unica possibilità data dal Governo, e dovrà essere poi approvato in Parlamento e Senato. Eventuali proposte di inasprimento (che Guidesi ha esortato al Presidente Fipsas Matteoli di presentargli) potranno essere quindi presentate e discusse in queste sedi per l’approvazione definitiva. Guidesi ha dimostrato con fervore l’interesse per la tutela delle passioni, le quali devono essere praticate senza alcun limite. Duro è stato inoltre il suo attacco alle associazioni ambientaliste, ree di impegnarsi solamente in settori a loro comodi, e non in altri di loro competenza.

Il Presidente Fipsas Matteoli è intervenuto sottolineando come questa sia la prima volta che vede tutte le parti politiche unite per la causa della pesca. In risposta alla richiesta di Guidesi, ha sottolineato che i suggerimenti di inasprimento delle sanzioni erano già stati inviati a tempo debito (e che verranno comunque inviate nuovamente), così come ha voluto precisare che l’idea di inserire questo emendamento nel Collegato Agricoltura sia in realtà un’idea suggerita da Fipsas. Continua poi il discorso mettendo in guardia i politici in merito ai finanziamenti che potrebbero venire richiesti da ittiologi delle Province. Finanziamenti a suo parere insulsi per lo scopo dichiarato, che hanno come fine solo ingrassare le tasche degli stessi. Le stesse tasche che potrebbero ingrassarsi tramite richieste di fondi per progetti di contenimento delle specie alloctone, in seguito alla compilazione da parte loro, di una lista delle specie aliene invasive in Italia (che potrebbe contenere tute quelle a loro non gradite). Ricordando che delle tre specie aliene invasive incluse nella lista dell’Europa, solo una è presente in Italia (la pseudorasbora). Altri punto su cui si sofferma sono la necessità di avere vigilanza lungo i fiumi, sopratutto dopo lo smembramento della Polizia Provinciale, la possibilità di dare tratti di corsi d’acqua in gestione alle associazioni di pesca presenti sul territorio, vietare la pesca professionale nelle acque interne, e cambiare la legge nazionale quadro sulla pesca, ferma ancora al Regio decreto degli anni ’30.

Il Sindaco di Ostellato Marchi, fa notare come la questione bracconaggio includa in sé aspetti di natura economica, ordine pubblico, tutela ambientale e dignità. Continua affermando che questa conferenza è un segnale importante, che fa presagire il passaggio dell’emendamento, il quale andrebbe tuttavia aggiornato con l’inasprimento delle sanzioni e una soluzione per poterle applicare vista la mancanza di forse dell’ordine. Propone un censimento dei corsi d’acqua per valutare la concessione di alcuni tratti in gestione alle associazioni previo una piccola tassa necessaria per sostenere le spese gestionali. Ventila un’alleanza tra i pescatori di ogni categoria per aumentare il loro peso politico, e l’allacciamento dei rapporti con i Consorzi di bonifica per la regolazione dei minimi livelli vitali idrici.

Spazio anche per il sempre presente Pagliarini, imprenditore del settore pesca. L’intervento pone l’attenzione sul fatto che in qualsiasi paese evoluto europeo, non esiste la commercializzazione di pesce proveniente da acque ciprinicole. Prosegue affermando che in un confronto pesca professionale e pesca sportiva in ambito costo/indotto, se non verranno presi provvedimenti immediati, la prima prevaricherà la seconda a vantaggio di poche decine di persone contro le decine di migliaia di pescasportivi presenti sul territorio e tutte le attività economiche correlate. L’osservazione più importante espressa è quella relativa al commercio del pesce: ad ora infatti non lo si può impedire in quanto i bracconieri sono in possesso di licenza, la quale regolarizza di fatto la spedizione , impendendo alcuna sanzione in caso di controllo se non quelle minime dovute a norme di igiene. Se questi si organizzassero con metodi di trasporto a norma, non si potrebbe sanzionare in alcun modo la loro attività. Servono quindi provvedimenti immediati come il divieto della pesca professionale nelle acque interne ed il ritiro delle licenze ai bracconieri.

Ampio spazio anche ai rappresentanti di diversi corpi delle forze dell’ordine. Castagnoli, oramai famoso Comandante della polizia Provinciale di Ferrara, inizia con il ringraziare la politica, le guardie volontarie e l’attenzione dei media, per poi portare alcuni dati: il calo del 30% di pesce nelle acque ferraresi nel solo ultimo anno (dati dell’Università di Ferrara), l’arresto di 4 bracconieri con 21 giorni di reclusione grazie al primo inasprimento delle sanzioni ottenuto nello scorso anno, alcuni esempi di azioni di cattura e l’adattamento conseguente die bracconieri per sfuggire ad essi o ai cavilli delle leggi. Conclude poi con alcune proposte che coincidono con quelle già espresse da altri relatori: possibilità di dare tratti in gestione alle associazioni del territori, le quali possono svolgere un controllo più efficace ed accurato e sopratutto subire un furto di pesce, con l’adozione delle leggi in materia specifica (più dure di quelle in materia bracconaggio); non far sparire la Polizia Provinciale e Forestale in quanto uniche forze predisposte e formate per il controllo di questi atti, con poteri e possibilità che le Guardie Volontarie non possono avere; fermo pesca immediato per tre mesi della pesca professionale.

Ricci, Corpo Forestale Provincia di Mantova, espone il grosso problema presente: la mancanza di risorse fisiche ed economiche per poter effettuare controlli adeguati. Spiega inoltre che la problematica del bracconaggio non è  percepita importante nelle prefetture, ovvero coloro che gestiscono le forze dell’ordine sul territorio. E’ compito quindi delle forze politiche far passare il messaggio dell’importanza di questo fenomeno in queste sedi.

Un rappresentante del Corpo Forestale dello Stato sottolinea come le loro attività non riguardano solo interventi di task force, ma anche vere e proprie investigazioni, in quanto si entra in ambiti anche di sicurezza agroalimentare (come ad esempio lo spaccio di siluro venduto come altra specie). I limitino sempre rappresentati da norme poco efficaci e dall’impossibilità di rispondere a qualsiasi segnalazione pervenuta per mancanza di personale e risorse. Conclude auspicando un  coordinamento interregionale o meglio ancora nazionale tra le varie forze dell’ordine per il contrasto di questo fenomeno.

Ultimo intervento quello di Alberto Lugoboni del Settore Agricoltura di Regione Emilia Romagna, che annuncia la nascita entro 6 mesi di un tavolo tecnico formato dalle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto per studiare i seguenti punti:  regolamento unico di pesca sul Fiume Po, modalità di contrasto del bracconaggio, determinare le modalità di pesca (con eventualmente la moratoria sull’uso delle reti), stabilire regole comuni ed efficaci, inaugurazione della scala di risalita sul fiume Po ad Isola Serafini.

Conclude la conferenza il moderatore Roberto Ripamonti, con un appello di stabilire provvedimenti immediati alla politica e le seguenti richieste:

– L’introduzione del Penale per tutte le attivo legate al bracconaggio ed allo spostamento illegale di pesce incluso quello per i laghi cosiddetti a pagamento;
– La revoca di tutte le licenze di pesca professionale concesse negli ultimi anni a cittadini non Italiani;
– Inserire il Bracconaggio tra i reati di Disatro Ambientale;
– Una moratoria che proibisca la pesca professionale in tutte le acque di tipo B d eccezione dei Grandi Laghi e dei laghi Vulcanici del Centro Italia;
– Il riconoscimento di una Cassa Integrazione Straordinaria ai pescatori di mestiere mediante presentazione della Dichiarazione dei Redditi degli ultimi due anni;
– La assoluta proibizione di trasporto, commercio e consumo di tutte le specie ittiche provenienti da acque di tipo B;
– Maggiori strumenti e mezzi per chi opera il controllo del territorio (Polizia / Guardia Pesca ) e l’intervento del Ministero dell’Interno;
– Facilitare la concessione di acque a Associazioni e Club;
– Facilitare la creazione di Gruppi di Guardia pesca volontari sul modello di Ferrara;
– Creare un Commissario Nazionale per la lotta la bracconaggio ittico con pieni poteri;
– Chiudere canale commerciale tra Italia e Romania dichiarando non utilizzabili le risorse ittiche per fini alimentari e uso animale;

Questo il resoconto di tre ore di conferenza, che ha mostrato cosa la politica ha fatto nell’ultimo anno dopo l’appello dei pescatori nello scorso febbraio 2015, cosa sta facendo e cosa dovrebbe fare per contrastare definitivamente il problema bracconaggio. secondo pescatori e forze dell’ordine, ovvero le due parti che hanno contatti giornalieri con questo triste fenomeno.

Aggiornamento del 17 febbraio 2016: fermo pesca temporaneo per la pesca professionale sul Po e Canal Bianco in Provincia di Rovigo

Il Presidente della Provincia di Rovigo Marco Trombini ha deciso un divieto temporaneo della pesca professionale a partire dal 1° marzo nelle acque del Fiume Po dal confine con la Provincia di Mantova al ponte sulla Strada Provinciale 5 a Polesella, e nel canale Fissero Tartaro/ Canal Bianco dai confini con Verona alle chiuse della conca di Baricetta. Potete leggere qui l’articolo dedicato.

Potete sollecitare ad accogliere lo stesso provvedimento anche ad altre Province affette dal problema del bracconaggio, inviando una mail ai rispettivi Presidenti:

Presidente Provincia Pavia Daniele Bosonedaniele.bosone@provincia.pv.it

Presidente Provincia Cremona Carlo Vezzinipresidente@provincia.cremona.it

Presidente Provincia Piacenza Francesco Rolleripresidenza@provincia.pc.it

Presidente Provincia Mantova Alessandro Pastacci: presidenza@provincia.mantova.it

Presidente Provincia Ferrara Tiziano Tagliani: presidente.tagliani@provincia.fe.it

Presidente Provincia Padova Enoch Soranzopresidente@provincia.padova.it

Presidente Provincia Parma Filippo Fritellif.fritelli@provincia.parma.it

Presidente Provincia Lodi Mauro Soldatipresidenza@provincia.lodi.it

Questo perché il problema può spostarsi:

Lo stesso giorno, ma nel canale Circondariale a Portomaggiore ed Ostellato, in Provincia di Ferrara, vengono ritrovati oltre 2 km di reti, un gommone, una barca e vengono liberati 400 kg di pesce grazie all’ennesima operazione (o meglio le tre operazioni) di contrasto al bracconaggio ad opera della Polizia Provinciale, in collaborazione con le Guardie Volontarie dell’Unione Pescatori Estensi e Legambiente. Potete leggere qui l’articolo dedicato.

Aggiornamento del 18 febbraio 2016: Approvati gli emendamenti per la lotta al bracconaggio, senza le sanzioni più restrittive

In questa giornata andava in scena in Parlamento la votazione per l’approvazione dell’emendamento nel Collegato Agricoltura che includeva i provvedimenti relativi alla lotta al bracconaggio. Potete leggere qui ciò che è stato approvato.

Un ringraziamento a tutte le forze politiche che hanno mantenuto fede al loro impegno e che hanno tentato di introdurre le sanzioni più restrittive come suggerito durante la conferenza di sabato, ed ovviamente a tutti coloro che si sono impegnati per arrivare a questo risultato. Sentire parlare del fenomeno del bracconaggio in Parlamento ha quasi dell’incredibile.. queste sono le parole di Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle:

Respinte dal PD tutte le proposte anti bracconaggio del M5S: I Predoni continueranno a farla franca:
Avevamo proposto pene più severe per chi compie attività di bracconaggio nelle nostre acque interne, arresto fino a 3 anni e ammenda fino a 15.000 euro, allargandole anche ad altri comportamenti che i predoni delle nostre acque pongono in essere oltre all’utilizzo della corrente elettrica o di sostanze tossiche, che comportano in ugual misura danni ingenti al nostro territorio.
Non è passata la sanzione penale per chi utilizza strumenti della pesca professionale oltre ai limiti consentiti, attività che distrugge i nostri habitat e sottrae ingenti quantità di pesce ( abbiamo già perso un terzo del nostro patrimonio ittico secondo l’Università di Ferrara), oltre a creare un grave danno al mercato regolare e alla nostra salute. Grazie a questa “manica larga” i predoni continueranno a vivere in un alone di impunità che non li fermerà.
Il PD ed il Governo hanno bocciato tutte le nostre proposte, proposte avanzate dalle associazioni di pesca sportiva, dalla FIPSAS e dalle forze dell’ordine che si occupano di questo tema. Hanno perso una grossa occasione per mettere la parola fine al bracconaggio e alla distruzione dei nostri habitat.
Speriamo che al Senato si possano correggere queste gravi lacune, e trovare anche le risorse per garantire un controllo sui territorio dopo la recente soppressione della Polizia Provinciale.
Non possiamo permetterci in alcun modo di perdere questa occasione dopo tanti anni e consentire nell’indifferenza assoluta quello che possiamo considerare un vero e proprio disastro ambientale e stupro del nostro territorio.”

Guarda il Video

Tra coloro che si sono opposti all’approvazione delle sanzioni più restrittive, spunta l’Onorevole Giuseppe Romele di Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, che ha partorito il seguente folle discorso che dimostra quanto lui e tutti coloro che lo hanno seguito nel voto siano totalmente scollegati dalla realtà:

Il mio sarà un intervento veloce, però vorrei fare una domanda ai colleghi della Commissione agricoltura, in particolare al relatore e a quanti ci hanno lavorato a fondo su questo provvedimento relativo ai laghi e ai fiumi, una domanda molto semplice: quanti pescatori professionisti ci sono sul Lago d’Iseo, sul Lago di Garda, sul Lago Maggiore, sul Lago Trasimeno ? Siete in grado di rispondermi ? Allora, dall’indagine che viene fatta dalla regione Lombardia, anni 1995-2000, quindi parlo di un secolo fa, vi erano tre professionisti pescatori sul Lago d’Iseo, sei sul lago di Garda, il resto zero. Allora cerchiamo di capire, se stiamo organizzando una bomba atomica sulla Repubblica di San Marino, perché magari si vuole dichiarare guerra, allora posso capire, altrimenti qui stiamo parlando di cose che non esistono, che non esistono ! Qui stiamo parlando di una situazione abnorme costruita a livello di fantasia col famoso animalismo, con il famoso «no», a tutela di che cosa ? I pescatori sui laghi non ce ne sono più, quella categoria è estinta da anni. Quindi pregherei la Commissione, pregherei coloro che stanno studiando attentamente questo provvedimento di non fare dei provvedimenti senza significato; un conto è il bracconaggio, un conto è il lavoro di un certo tipo fuori norma sui mari, perché lì c’è un’attività professionistica di un certo tipo, un conto sui laghi o sui fiumi che non c’è più niente. C’è solo un’attività di carattere così folcloristico, sportivo e non altro. Il bracconaggio non esiste, perché non c’è neanche la filiera del consumo diretto, del trasferimento del pesce abusivamente pescato, tolta una piccola parentesi quando le sardine sui laghi vanno in frega e magari qualche ragazzotto, perché svelto, che sa scappare alle guardie fluviali, recupera qualche chilo di sardine, altro non c’è. Vi prego, per favore, approfondite le cose prima di fare delle figuracce che il Parlamento non ha bisogno di fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Sul web si è scatenata tutta l’indignazione di coloro che da anni lottano contro il bracconaggio, di coloro che da decenni subiscono la depredazione dei loro sogni, delle parti politiche, delle Forze dell’Ordine, delle autorità che avevano riposto speranza nell’attuazione di questi provvedimenti, nonché speso energie.

Si è altresì scatenato un mail bombing all’indirizzo dell’Onorevole Romele per delucidarlo sulla questione bracconaggio. Se volete anche voi contribuire alla causa, a questo indirizzo potete inviare una mail all’Onorevole, e raccontargli la situazione reale che stiamo vivendo sui nostri fiumi.

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