Report Conferenza Bracconaggio 2.0 – Carpitaly 2015

Anche il Carpitaly 2015 volge al termine. La diciassettesima edizione verrà ricordata non tanto per le 12000 presenze o il centinaio di espositori presenti, tantomeno per Mister Siluro o Miss Carpitaly, quanto per un evento in grado di riunire allo stesso tavolo una serie di importanti personaggi per discutere e cercare soluzioni ad un problema comune: il bracconaggio.

L’obbiettivo della conferenza denominata Bracconaggio 2.0 era quello di informare e sensibilizzare le amministrazioni regionali e provinciali, i comuni, le associazioni nazionali ed enti locali sulla piaga del bracconaggio industriale che affligge l’areale padano del Delta del Po, il quale sta mettendo a repentaglio l’esistenza della fauna ittica, della pesca sportiva e dei pescatori (un milione e mezzo di praticanti) e di tutto l’indotto generato (420 milioni di fatturato solo di attrezzature, a cui vanno aggiunte tutte le spese di contorno come benzina, cibo, alloggi, ecc.).

Un’occasione unica che ha visto partecipare nomi importanti: On. Marco Carra (componente Commissione Agricoltura, PD), Alan Fabbri (Capogruppo Lega Nord alla Regione Emilia Romagna), Prof. Ugo Claudio Matteoli (Presidente Nazionale Fipsas), Claudio Castagnoli (Comandante Polizia Provinciale di Ferrara), Marco Trombini (Presidente Provincia di Rovigo), Andrea Marchi (Sindaco di Ostellato), Maurizio Pellizzer (Presidente Parco del Mincio), Lucio Andreoli (Responsabile Politiche Agricole, Caccia e Pesca della provincia di Mantova). Moderatore dell’evento Roberto Ripamonti, mentre altri nomi pesanti erano presenti nelle prime file: Maurizio Natucci (Vice Presidente Nazionale Fipsas), Loris Burgio (Io Cambio), Matteo De Falco (Direttore canale “Pesca” su Sky), Davide Barchi (Ser. Sviluppo Economia Ittiva e delle produzioni animali Regione Emilia Romagna), Bruno Agosti (Responsabile Area Tecnica e Vigilanza Parco del Mincio), Agostino Zurma (Presidente Carpfishing Italia), Dott. Armando Piccinini (Ittiologo Università di Parma), Dott. Francesco Nonnis Marzano (Dipartimento di Bioscenze Università di Parma, ittiologo e consulente di A.I.I.A.D.), Flavio Manaresi (Consiglio Direttivo Fipsas Bologna), Giovanni Rascacci (Vice Presidente Fipsas Rovigo), Nicola Masieri (Consiglio Direttivo Fipsas Rovigo), Massimo Rossi (Presidente Comitato Regionale Fipsas Emilia Romagna), Maurizio Bonfietti (Guardia Fipsas e Parco del Mincio), Alessandro Benini (Vice Presidente Arci Pesca Ferrara), Dante Virgili (Presidente Arci Pesca Mantova), Andrea Pistorello (Resp. Guardie Volontarie CFI), Enrico Ghedini (Giornalista Freelance).

Ottima anche la risposta dei pescatori: sala conferenza gremita in ogni suo posto, con tanto di persone in piedi dentro e fuori la sala, a conferma che l’argomento è ormai sentito da molti.

Sala conferenze stracolma

Sala conferenze stracolma

Roberto Ripamonti, Giornalista di Sky Caccia e Pesca

Roberto Ripamonti, Giornalista di Sky Caccia e Pesca

Roberto Ripamonti, in qualità di moderatore, apre la conferenza con una completa introduzione descrivendo il fenomeno del bracconaggio che imperversa nell’areale compreso tra Mantova ed il Delta del Po ad opera di gruppi organizzati provenienti dalla Romania, gli ormai tristemente famosi lipoveni. Cacciati dal Delta del Danubio, in Italia hanno trovato appoggi, leggi, licenze e tutto il necessario per creare un business a scapito della nostra fauna ittica. Una stima indica che il patrimonio ittico nella Provincia di Ferrara sia diminuito di 1/3 nei 4000 km di canali presenti. Come se non bastasse, la Consulta Regionale ha depenalizzato il reato penale dell’utilizzo dell’elettrostorditore, spianando la strada ai bracconieri, i quali già se ne infischiano di controlli e multe, presentando documenti falsi e non pagando le sanzioni (90% insolute).

Claudio Castagnoli, Comandante Polizia Provinciale Ferrara

Claudio Castagnoli, Comandante Polizia Provinciale Ferrara

Il primo relatore ad intervenire è stato il Comandante della Polizia Provinciale di Ferrara Claudio Castagnoli, colui che più di tutti, assieme alla sua squadra, ha a che fare con i bracconieri, definiti da lui “barbari della pesca” per i modi che sono soliti usare. L’attività della Polizia Provinciale ha portato al sequestro di oltre 15km di reti, 10 barche, 4 gommoni, 3 fuoribordo e un motore elettrico. Le sanzioni fatte salgono a 215 per 45000€, di cui solo 4500€ sono stati pagati. L’Operazione Artemide del giugno scorso ha portato alla luce di tutti (per chi ancora necessitava dell’ennesima conferma, ndr) come operano i bracconieri: pesce trasportato dentro sacchi o bacinelle in furgoni sporchi e non climatizzati, lavorato in ambienti tutt’altro che salubri, per non parlare della conservazione. Castagnoli chiede alla Regione una legge regionale in grado di poter colpire a dovere questi malfattori (ad esempio con la confisca e il sequestro dei veicoli), in quanto quella attuale non permette un’adeguata punizione, potendo contestare solo reati minori che non intimoriscono sicuramente i bracconieri. Inoltre la licenza professionale dovrebbe essere rilasciata solo a chi conosce la lingua italiana (per non nascondersi nel “io non capire”), dopo aver passato un esame e mostrato la denuncia dei redditi. Obbligatoria la comunicazione del pesce prelevato. Il mancato conseguimento di uno dei punti porta ala revoca della licenza, e se sorpresi a pescare di frodo a quella definitiva.

Il canale Valle Lepre è uno dei siti più colpiti dai bracconieri. Una statistica conta 30000-35000 presenze di pescatori che nell’arco di un anno giungono nel comune di Ostellato (Fe) per svolgere la pesca sportiva.  Presenze che negli anni passati hanno generato un notevole indotto per le attività commerciali del comune, aiutando lo sviluppo economico in un’area in cui l’unica risorsa era la campagna, e che ora, a causa della mancanza di pesce nel canale dovuta al bracconaggio, rischiano di scomparire, assieme alle attività. Questo è l’intervento di Andrea Marchi sindaco di Ostellato, il quale richiede alla Regione Emilia Romagna modifiche alla legge sulla pesca per bloccare il diffondersi e lo svolgimento del bracconaggio.

Lucio Andreoli, Responsabile Politiche Agricole, Caccia e Pesca della Provincia di Mantova

Lucio Andreoli, Responsabile Politiche Agricole, Caccia e Pesca della Provincia di Mantova

Modifiche richieste anche da Lucio Andreoli, Responsabile delle Politiche Agricole, Caccia e Pesca della Provincia di Mantova, il quale ha sottolineato la sua disponibilità (già in passato, ma mai accolta) di sedersi con altri organi e amministrazioni per delineare linee comuni da seguire. A conferma di quello detto da Castagnoli, anche a Mantova su 180 controlli, sono state redatte sanzioni per 23000€ (maggiorate a cittadini rumeni), di cui solo 7000€ incassati.

Maurizio Pellizzer, Presidente Parco del Mincio

Maurizio Pellizzer, Presidente Parco del Mincio

Il neo-presidente della Provincia di Rovigo, Marco Trombini, si sofferma invece sul ruolo delle Province, e sulla gestione della Polizia Provinciale, a seguito di eventuali smantellamenti di corpi di polizia e alla cancellazione delle Province.

Maurizio Pellizzer, Presidente del Parco del Mincio, ha portato la sua testimonianza in merito al controllo dei pescatori e dei bracconieri nelle zone da loro gestite. Un corpo di 100 guardie ittiche controlla la vasta zona gestita, tentando di coordinarsi con altri guardapesca di altre zone. La loro attività, anche notturna, ha limitato di fatto l’espandersi del fenomeno nella zona di Mantova, nonostante sessa non ne sia immune (vedi le reti ritrovate nei laghi di Mantova).

 

Marco Trombini, Presidente  Provincia di Rovigo

Marco Trombini, Presidente Provincia di Rovigo

Ugo Claudio Matteoli, Presidente Nazionale Fipsas

Ugo Claudio Matteoli, Presidente Nazionale Fipsas

Ugo Claudio Matteoli, presidente nazionale Fipsas, ha esordito ricordando il numero di pescatori presenti in Italia ed il loro peso politico in termini di voti. Questo perché un tale numero deve essere in grado di farsi rispettare e far valere le proprie ragioni, cosa che può accadere solo unendo tutte le categorie di pescatori e fare “lobby“, come quelle contro cui si deve scagliare la Fipsas stessa nelle Consulte Regionali, e contro le quali ha la peggio. Una strana ammissione di impotenza, quasi da vittima di un sistema contro il quale neppure loro hanno voce in capitolo. Così come fragorosa l’ammissione, su giusta accusa di una ragazza del pubblico,  di non aver dato credito al Gruppo Siluro Italia negli anni passati quando quest’ultimo ha segnalato per primo l’esistenza di questi fatti.

Concorde sul fare lobby Marco Carra, parlamentare PD e membro della Commissione agricoltura, il quale si è fatto carico di discutere in commissione di questo grave problema. Da segnalare anche una sua osservazione sulla categoria degli animalisti, sempre pronti a muoversi contro gli abbattimenti di nutrie e cormorani, e totalmente disinteressati alla strage di pesci (forse perché non si vedono e non emettono suoni).

Marco Carra, Deputato, Commissione Agricoltura della Camera

Marco Carra, Deputato, Commissione Agricoltura della Camera

Alessandro Pagliarini, imprenditore nel mondo del carpfishing e da anni attivista e promotore di iniziative contro il bracconaggio e le leggi inadeguate nel mondo della pesca sportiva, ha di fatto implorato, come ultima soluzione rimasta, le componenti presenti di prendere provvedimenti veloci e risolutivi prima che sia troppo tardi sia per la fauna ittica rimasta, sia per le attività commerciali presenti sul territorio.

L’ultimo intervento è di Alan Fabbrisindaco di Bondeno (Fe) e Capogruppo regionale Lega Nord, il quale in seguito alle segnalazioni dei pescatori si è interessato alla piaga che affligge le acque della sua Provincia, presentando una mozione firmata da Lega e Pd in cui chiede alla Giunta Regionale di rendere patrimonio dello stato lo stock ittico di acqua dolce e salata ed un inasprimento delle leggi contro il bracconaggio, con il sequestro di mezzi e natanti. Non manca una richiesta alla Guardia di Finanza di eseguire una inchiesta sul possibile mercato clandestino di pesce rivenduto senza controlli sanitari opportuni. Infine strappa gli applausi dei siluristi quando accenna alla richiesta da inoltrare in Regione, sulla possibilità di utilizzare il pesce morto come esca. Visto la gravità dei fatti, si impegnano ad avere risposte entro 4-5 mesi.

Questo il resoconto di una conferenza storica, che riunito come non era mai accaduto prima, esponenti della politica e dell’associazionismo, messi tutti di fronte ai fatti del bracconaggio. Ora nessuno può dire di non essere al corrente della situazione, non ci sono più scuse.  E’ ora di mantenere gli impegni presi e fare in modo che tante belle parole non siano solo fini a se stesse, ma dimostrare con i fatti di tenere realmente al nostro patrimonio ittico e all’ambiente, aldilà di fazioni, schieramenti o tipologia di pescatore.

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