Una notte di altri tempi

I siluristi di vecchia data, quelli che per primi iniziarono a pescare a break line nei fiumi italiani una decina di anni fa, se lo ricorderanno nitidamente cosa significava fare una notturna pescando con questa tecnica all’epoca. Vedere una decina di partenze o più ad uscita non era una rarità, così come finire le esche o passare la notte senza chiudere occhio , ritrovandosi a dormire tutta la domenica. A distanza di un decennio sono cambiati tanti fattori: la pressione di pesca è aumentata in maniera esorbitante di pari passo al numero dei nuovi praticanti, i quali invece di partire dalle basi del catfishing, hanno iniziato a pescare subito a break line per garantirsi risultati facili ed in breve tempo (pena poi non sapere pescare senza un tender). Di conseguenza i pesci sono divenuti sospettosi, imparando ad abbinare al pericolo alcune situazioni in cui si ritrovano ripetutamente, cambiando quindi abitudini e metodi di caccia (e qui sta al pescatore sperimentare sempre metodi nuovi per riuscire a catturare costantemente). Se ci aggiungiamo nella stessa decade il drastico calo del numero dei siluri ad opera di bracconaggio e contenimenti effettuati dalle amministrazioni, si può facilmente capire come mai attualmente siamo abituati a vedere nella migliore delle ipotesi due/tre partenze a notte. Tuttavia la pesca è bella perché in grado di sorprenderti ogni volta. Così può capitare in una giornata ed in uno spot a cui non davi molto credito, di rivivere una di quelle notti epiche di dieci anni fa. Quelle passate dormendo poco o nulla, quelle in cui era possibile ritrovarsi con due combattimenti in contemporanea, quelle da bacino e braccio indolenzito, quelle da finire le esche, quelle da ricordare nel tempo. Quelle come la battuta di pesca appena trascorsa.

Sono quasi le 17 quando arrivo sullo spot. Sono in notevole ritardo, Alessandro e Stefano sono già piazzati e stanno accuratamente posizionando le prime esche sugli ostacoli della sponda opposta. Fortunatamente viene buio tardi ed ho tempo per preparare tutto. Stefano tuttavia mi incita a darmi una mossa, in quanto in questo periodo non è del tutto impensabile avere qualche attacco ancora con la luce del giorno. In effetti la giornata è di quelle misteriose: il cielo è nuvoloso e non sa se piovere o meno, mentre l’aria frizzante obbliga l’uso della felpa pesante. Posiziono le mie due Ethnic Breakline Cat sui picchetti, scelgo i terminali da utilizzare e quale piombo sia più adatto alla situazione per mantenere correttamente in pesca l’esca. Visto la corrente e le esche di dimensioni generose, 130 grammi sono la scelta più idonea. Un susseguirsi di “bip” richiama la nostra attenzione.

Allarmi pronti

Allarmi pronti

La Black Cat Freestyle di Alessandro si piega violentemente in avanti dopo qualche sussulto e rompe la break line. Alessandro ferra ed inizia il recupero, ma la gioia dura poco, in quanto nel giro di pochi secondi il siluro si slama. Un’attacco parecchio tempo prima dell’imbrunire.. Stefano aveva ragione.

I due escono a ricollocare l’esca nella posizione prescelta, mentre io rimango a riva per le eventuali operazioni da effettuare sul mulinello. Durante questa operazione accade però che la canna con l’esca a valle di quella in fase di riposizionamento si flette freneticamente. Subito penso che vista la distanza ravvicinata, si siano impigliati con il motore al filo. Velocemente realizzo che non è così: non curante del motore acceso ad una decina di metri, un siluro ha attaccato. Ferro prontamente ed inizio a recuperare perché il siluro mi viene incontro risalendo la corrente. Bene così perché sul mulinello c’erano pochi metri di treccia, essendo la canna brekkata più a valle. Il problema è che Alessandro e Stefano non si sono accorti di nulla, stanno tornando indietro passando pericolosamente proprio sula zona dove sta nuotando il siluro. Mi sbraccio ed urlo come posso, ma il rumore del due tempi non lascia scampo, non mi sentono. Fortunatamente non accade il fattaccio, e posso dedicarmi a sfiancare il siluro che intanto aveva iniziato a prendere furiosamente metri ed a sfruttare la corrente. Dopo qualche minuto mi raggiungono i compagni, e solo allora realizzano che sono alle prese con un siluro.. e neanche tanto piccolo. Avendo avuto l’onore della ferrata e di combattere buona parte del combattimento, passo la canna al proprietario (Alessandro) in modo che possa terminare il combattimento. Il siluro ora si fa recuperare con calma, per poi sfogarsi a dovere nel sottoriva. Tuttavia i suoi sforzi sono vani, ed abbiamo la meglio su un pesce superiore ai 2 metri. Non male come inizio!

C’è ancora luce abbondantemente, portiamo quindi fuori gli inneschi delle mie canne e quella di Alessandro scegliendo con la dovuta cura e calma le zone più idonee. Ora siamo in pesca con le nostre 6 canne.

Pronti a macinare metri

Pronti a macinare metri

Abbiamo anche tempo prima che faccia buio per un’aperitivo sul fiume e la cena addirittura.

Cin cin sul fiume

Cin cin sul fiume

Cucina da campo

Cucina da campo

Aperitivo

Aperitivo

Terminata la cena, arriva il tramonto, il buio e l’intervallarsi della pioggia. In questa stagione, nei momenti di pausa della pioggia, c’è solo una cosa certa: il siluro entra in attività. Mi capitò lo scorso anno in una pescata assieme a Igor e Stefano (leggi qui il report), è ricaricato a conferma questa volta.

Dal calare del sole in poi mi è difficile raccontare tutto quello che è capitato e gli sbalzi di emozioni vissuti. Ricordo che:

Un piccolo siluro rimane allamato ad una delle canne di Alessandro, e lo andiamo a slamare senza sbrekkare.

La mia canna più a monte sbrecca nel giro di due ore due volte, senza però che il siluro rimanga allagato: vuoi per la dimensione generosa dell’esca e piccola del siluro, vuoi per ritardo mio di ferrata.

Mentre sosto davanti alle canne, sbrekka la canna di Stefano.. ferro ed inizio a recuperare il siluro che nel mentre risaliva la corrente, fino all’arrivo di Stefano, al quale lascio il combattimento. Combattimento che mette a dura prova sia l’attrezzatura (Black cat Freestyle), sia la persona. Quando finalmente il siluro arriva a tiro di guanto capiamo di avere a che fare con un’esemplare ad occhio superiore ai 2,30cm. Alessandro effettua il glowing. E’ nostro, e la felicità del gruppo è alle stelle. Poi accade l’irreparabile. Cercando di infilare il cordino, il siluro si dimena e riesce a liberarsi dalla stretta di mano.. essendo già slamato riguadagna la libertà senza lasciarci il tempo di una misurazione.. Si passa da un momento di euforia globale, allo sconforto più totale. Incredibile lo sbalzo di umore che si riesce ad avere nel giro di pochi istanti. Rimaniamo attoniti ed in silenzio per minuti, fissando il fiume che scorre implacabile. Non ha vinto lui, ma non averlo potuto misurare rimane un rimorso incredibile visto le dimensioni. Come se non bastasse inizia a piovere e ne approfittiamo per portare fuori due inneschi.

Smette di piovere. Nuovamente la Freestyle di Stefano ad essere protagonista. Ennesimo combattimento impegnativo e stavolta siamo in due ad attendere in zona glowing il siluro, in modo che non si ripeta l’episodio precedente. Mentre Stefano però è alla prese con la parte finale del combattimento, sbrekka una delle mie due canne. Risalgo l’argine scivoloso ed impervio di fretta, trovandomi davanti ad uno Stefano seduto a terra con una canna da pesca per mano in piena “frenesia”. Lo alleggerisco della mia Ethnic Breakline Cat e continuo il combattimento. Portiamo così a riva altri due siluri importanti.

Sono quasi le 2.00 di notte, riportati fuori gli inneschi, tentiamo di dormire un po’. La speranza è comunque vana.. d’altronde “certe notti sei sveglio, o non sarai sveglio mai” cantava Ligabue.

Alle 3.00 Alessandro porta a riva un’altro piccolo siluro, mentre poco dopo è l’altra mia Breakline Cat a chiedere attenzione, quella che per due volte aveva sbrekkato a vuoto. La differenza stavolta è che dall’altra parte della lenza c’è il siluro, il quale dà vita ad un combattimento epico, con ripartenze brucianti sottoriva, senza mai farsi vedere. Una furia che non ne voleva sapere di perdere il duello. Quando effettuiamo il glowing abbiamo un pesce sopra ai due metri, ma da come ha combattuto, credevo sinceramente di aver allamato qualcosa di epico.. ma va bene così!

Non riportiamo fuori nemmeno le esche.. siamo stanchi (altro che festa dei lavoratori il 1° maggio!) e decidiamo di dormire un paio d’ore lasciando in pesca solo quattro canne, le quali ci lasceranno dormire sonni tranquilli fino all’alba, quando ci svegliamo per le foto di rito.

A fine battuta tentiamo di fare una conta: 7 pesci portati a riva (di cui due piccoli, un gigante che ci è sfuggito durante l’applicazione del cordino, quattro grossi), uno slamato, due sbrekkate a vuoto, diversi attacchi di siluri piccoli. Un tuffo nel passato.. sembrava di essere tornati indietro nel tempo, quando nottate simili erano una consuetudine e ci sembrava impossibile che potessero diventare rare.

Caliamo così il nostro poker davanti all’obbiettivo della macchina fotografica, con ancora l’amaro in bocca per l’outsider che ci è sfuggito tra le mani che ci avrebbe consegnato una “cinquina” epica!

Alessandro e Stefano

Alessandro e Stefano

Alessandro e Mirko

Alessandro e Mirko

Mirko ed Alessandro con il siluro più grosso della sessione..senza contare quello sfuggito :)

Mirko ed Alessandro con il siluro più grosso della sessione..senza contare quello sfuggito

Poker

Poker

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