Toccata e fuga

Non sempre si ha l’opportunità di dedicare tutto il tempo che si vuole alla pesca. Spesso bisogna adattarsi a quello che la famiglia, la fidanzata, gli amici o gli impegni ci riservano. Altre volte capita di avere poco tempo e vederlo diminuire ancora di più per una disattenzione. E’ quello che è successo questa domenica.

L’idea era quella di ritrovarci alle 7.30 da Gabriele, per sfruttare il più possibile la mattina per pescare, visto che alle 16.00 dovevamo essere di ritorno a casa. La realtà è che quando apro gli occhi sono le 7.37.. la sveglia chissà se l’avevo effettivamente puntata o se l’ho spenta per poi riaddormentarmi di colpo. Subito l’sms per avvertire Gabriele, vestirmi, prendere le chiavi della barca, dell’auto, la fotocamera e saltare le otto rampe di scale che mi dividono dal garage, caricare l’auto e partire facendo un check mentale per capire se ho preso con me tutto il necessario. Le canne sì, montature ok, canadesi pure, l’elettrico e la batteria ci sono, serbatoio anche…il clonk? No! Torna indietro  a prendere il clonk.. per fortuna ero poco distante. In realtà riparto senza prendere una cosa fondamentale per il periodo, e che puntualmente non faccio mai: cibo e acqua. Alle 8.15 arrivo a destinazione, fortunatamente la domenica mattina c’è poco traffico.

Arrivati alla barca mi ci vuole la canonica mezz’ora buona per pulirla.. questo inverno il telo si dovrà fare. Nel mentre che io pulisco, Gabriele ne approfitta per fare qualche lancio a spinning. Non passa molto tempo che me lo vedo arrivare con un sorriso a trentadue denti ed un grosso aspio tra le mani appena catturato, il quale riprende subito la libertà. Decisamente un buon modo di iniziare la giornata e di ingannare l’attesa!

Prendiamo poi il largo ed iniziamo a pescare dalla barca. Io mi dedico alla verticale, mentre Gabriele si dedica inizialmente allo spinning per poi passare al morto manovrato, tecnica in cui si sta affinando sempre di più. Scelgo le derive che più mi ispirano e convincono, e noto che tutti gli archi sono concentrati solo ed esclusivamente sui 6 metri di profondità. Cerco quindi di pescare nelle zone in cui ho questa profondità. Se a verticale non sento nulla, non si può certo dire la stessa cosa per Gabriele a mort maniè, che inanella nel giro di pochi minuti due catture, di cui una insolita e “chiamata” precedentemente come se fosse una sfida:

Cefalo a mort maniè

Cefalo a mort maniè

Siluretto a mort maniè

Siluretto a mort maniè !

 

Se questo era il primo siluro per Gabriele preso a mort maniè, la stessa cosa dicasi per il cefalo.. ma se il primo è tutto sommato abituale preda del morto manovrato, il cefalo è sicuramente una cattura anomala!

Passato abbondantemente mezzogiorno è tempo di fare una breve pausa a riva per rinfrescarsi dal sole estivo, che picchia veramente tanto. Avremmo ripreso poco dopo cambiando zona, e dedicandoci alla dinamica. Negli anni, almeno in queste zone ho notato che se la notte grazie alla normale attività di caccia è possibile catturare bene, la mattinata risulta invece negativa, con pesci difficili da trovare e svogliati, conseguenza probabilmente della attività predatoria notturna. L’immediato pomeriggio invece, ed in special modo d’estate, è sempre stato positivo, riuscendo a trovare molti pesci reattivi e riuscendo a catturare i più grossi. Anche questa volta volevo pescare in base a queste considerazioni: la mattina alla ricerca dei siluri svogliati sul fondo cercando di stuzzicarli con un esca facile e comoda.. mentre al pomeriggio, sfruttando la loro maggiore attività, invogliarli a colpi di clonk e cackitos.

Partiamo diretti alla zona che sapevo potesse regalare in questo periodo dell’anno qualche cattura, senza fermarmi in altri spot lungo la via, sopratutto perchè il tempo a nostra disposizione era veramente risicato. La corrente è quasi nulla, l’acqua è caldissima, quasi 29° (almeno la superficie).. condizioni non proprio stimolanti, ma tant’è che potendo venire sul fiume poche volte, queste poche volte bisogna sapersi adattare e pescare nel miglior modo possibile, modificando gli approcci nei confronti dei siluri.

Come attrezzatura utilizzo una canna a filo interno, la Ethnic Dinamic Cat Strong Action da 190cm, abbinata ad un Abu Garcia Revo Toro Winch 61 imbobinato con una treccia della Indyline da 150 lbs (l’elevato diametro è necessario per evitare tagli alle dita durante la ferrata, inevitabili con diametri sottili anche indossando i guanti). Guanto di protezione, clonk, ed ecoscandaglio Lowrance Mark 5X completano il corredo.

Tutto il necessario da dinamica

Tutto il necessario da dinamica

Sempre secondo la mia esperienza maturata negli anni in queste zone, ho notato nella pesca a dinamica che se in primavera rende davvero tanto l’esca viva, nel periodo estivo i siluri sembrano quasi disdegnarla. Molto più facile invece attaccare un cackitos corredato di lombrichi canadesi e/o calamari.

Cackitos

Cackitos

Sono solito tagliare a metà i canadesi, innescandone più o meno tre spezzoni per braccio dell’ancorina, eventualmente preceduti da strisce di calamaro. L’unico inconveniente di questa esca è che spesso e volentieri durante l’abboccata, viene completamente rimossa, con conseguente perdita di tempo per rifare l’innesco.

Lombrichi Canadesi

Lombrichi Canadesi

Preparato il cackitos, indossato il guanto di protezione e regolato l’ecoscandaglio, era ora di far echeggiare lungo il fiume quel sordo rumore a noi tanto caro, che arriva dritto fino al centro del nostro cuore così come sul fondo del fiume. Il lentissimo derivare mi obbliga a cadenzare poco alla volta i colpi.. sarebbe inutile clonkare continuamente in una situazione simile, forse controproducente. Poi ecco il primo arco, a cui segue la mia clonkata. Vedo l’arco salire ed io porto la mia esca in sua direzione, fermandomi un’attimo prima e facendola saltellare con il giusto ritmo. L’attacco violento, cattivo, che ti trascina il braccio verso l’acqua, a cui segue la ferrata vigorosa, gli strattoni che ti fanno sussultare, e gli attimi decisivi in cui devi mantenere il filo in tensione, impugnare la canna e combattere. Istanti decisivi. Mollare il filo potrebbe far slamare il siluro a causa del peso del cakitos. Questa volta invece tutto è nella norma, ed il primo siluretto sul metro/metroedieci mi fa togliere un cappotto che in una giornata di luglio proprio non serve.

Rifaccio l’innesco e proseguiamo la deriva. Stavolta vedo un arco che sale altissimo di un pesce stimato piccolo, lo raggiungo, lo sorpasso e mi riavvicino dolcemente.. attacca l’esca, ferro, ma si slama quasi subito, lasciando l’ancoretta pulita. Buon appetito!

Ritorno a fare l’innesco e proseguiamo. Troviamo una zona con una concentrazione di 3-4 pesci, di cui un paio di media dimensione.. solitamente in situazioni simili, per competizione alimentare almeno uno attacca, anche se spesso è il più piccolo.Due tracce sono a mezz’acqua, mentre una terza non si stacca dal fondo. La più interessante era proprio quest’ultima, e decido quindi di avvicinarla.Fermo il cackitos poco sopra, dò una decisa clonkata e faccio muovere l’esca. L’arco si solleva tanto quanto basta per farmi sentire il braccio trascinato verso il basso.Quando ferro ed impugno la canna sento subito che non è il classico siluretto. La partenza è rabbiosa, tant’è che sono costretto ad aprire la frizione velocemente. Combattere con una interline con un pesce degno di nota, dopo essere stati coinvolti in un tu per tu con esso è pura libidine. Il combattimento è intenso, con diversi cambi di direzione, fughe, sbollate. Quando lo vedo aggallare con il cackitos ben puntato è fatta. Gabriele effettua il glowing, e lo adagiamo delicatamente sul telo bagnato (fonamentale in questo periodo). Alla misurazione il metro si ferma al 168cm, con una notevole pancia. Non un big, ma un dignitosissimo avversario, di non facile cattura in queste acque. Poi a dinamica non c’è niente da fare, è sempre uno spettacolo.!

Siluro di 168cm

Siluro di 168cm

Rilascio con debita ossigenazione.

Fase di glowing

Release

 

C’è tempo per qualche altro metro di deriva. Innesco gli ultimi lombrichi rimasti e ripartiamo. In poco tempo troviamo altri archi, e purtroppo un piccolo siluro mi pulisce l’ancoretta senza darmi alcuna possibilità di ferrata! Giunte così le 15.00 decidiamo di tornare al pontile.

La pesca per me è questa. Godere anche di quelle poche ore che possiamo dedicargli. Riuscire ad adattarsi alle condizioni che troviamo, scegliere la tecnica migliore, l’esca adatta in base alla propria esperienza. Riuscire a catturare è la ciliegina sulla torta. Poco importa se è un over o no.

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