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Una notte tra zanzare e corrente

È giovedì e nella mia testa comincia a muoversi il “pistone” della pesca. Comincio quindi a pensare a quale spot affrontare, sperando di trovare le condizioni ideali. La mia scelta ricade su un canale...

Buona la prima!

Il carico di aspettative e la varietà di emozioni che la prima notturna dell’anno riesce a trasmettere al pescatore è impareggiabile. Questa racchiude tutto: la voglia di ritornare sul fiume dopo mesi di assenza (per lo meno di notte), la spasmodica ansia dell’attesa, quella che nonostante tu provi a camuffare con chiacchiere o con il sonno, ti tiene un occhio fisso sulle punte delle canne ed un orecchio teso in cerca del bip dell’avvisatore.

Via col vento..

Abbandonata la noiosa autostrada, mi godo il panorama ed i caratteristici paesini della bassa emiliana negli ultimi chilometri che mi dividono dal pontile dove ho appuntamento con Andrea, Luca e Marco. Ogni qualvolta mi lascio alle spalle l’ennesimo piccolo e caratteristico borgo sperduto nelle terre limitrofi al Grande Fiume, mi capita di pensare a quanti posti e paesi ho visto e visitato grazie alla passione per la pesca. Paesini spesso insignificanti e sconosciuti ai più, di quelli che non sogneresti mai di partire per andare a visitare, ma che per raggiungere lo spot..

Aprile, dolce dormire!

Era il 1998 quando mi avvicinai alla pesca al siluro. All’epoca si sapeva poco o nulla su di esso, non vi erano attrezzature dedicate, nei negozi di pesca si trovavano solo informazioni frammentarie, così come su internet e sulle riviste di settore. Tuttavia il viaggiare, ricercare spot, macinare chilometri di argini, imboccare carraie dissestate, provare nuove tecniche, nuove esche.. era un insieme di esperienze che ti coinvolgeva, ti stimolava.. ogni volta era una nuova avventura. Se a distanza di quasi vent’anni ho ancora voglia di pescare il siluro, credo sia proprio perché tutt’ora..