Un’atmosfera surreale, alla luce degli ultimi accadimenti in ambito pesca, quella che arieggiava all’ultima edizione del Carpshow & Specialist di Ferrara. Surreale perché proprio a Ferrara si è dato il via a contenimenti autorizzati di siluri ad opera di mestieranti di professione, affiancati a quelli “illegali autorizzarti” di lipoveni, ungheresi e rumeni che da mesi operano incessantemente su queste acque asportando con reti, elettrostorditori e altri metodi poco legali siluri, carpe, amur e qualsiasi altra specie dotata di pinne. Surreale perché nonostante questa situazione imperversi in canali a pochi centinaia di metri dai padiglioni, la maggioranza dei pescatori presenti non sembrano preoccupati, così come i negozianti espositori, continuando i primi nella ricerca dell’ultima attrezzatura fashion, i secondi a vendere i fondi di magazzino. Non so sinceramente se i primi si limitino a pescare nei laghi a pagamento mentre i secondi non siano così lungimiranti da capire che di questo passo, le attrezzature che stanno vendendo saranno le ultime prima di chiudere bottega. Questo per dire che alla conferenza di sabato ore 12.00, sarebbe stato un bel gesto chiudere momentaneamente gli stand e partecipare tutti quanti (onore a Big Fish che ha fatto volantinaggio pro-conferenza).
Surreali come le parole che uscivano dalla bocca dal sig. Nonnis, biologo facente parte della scorsa Consulta di pesca della Regione Emilia Romagna, che ha esordito raccomandandosi di non spostare il discorso al di fuori di due cose “le leggi europee valgono più di quelle italiane” e “io non conto nulla e non posso prendere decisioni“: dato le premesse i presenti potevano alzarsi tutti quanti e andarsene.
“Nel 2000 l’Europa ci ha detto che entro il 2015 bisognava riqualificare le acque e l’ambiente, anche a livello di fauna e flora. Per 14 anni e mezzo non è stato fatto nulla,poi abbiamo pensato che siccome la riqualificazione di un fiume passa anche per la presenza di alloctoni, abbiamo autorizzato i pescatori di professione a prelevare i siluri da determinate aree (“solo” 200km sui 4000 presenti)” questo ha chiosato il sig. Nonnis. Non avete fatto nulla per 15 anni, nulla per migliorare lo stato delle acque, tutelarle da scarichi abusivi e bracconaggio, e ad un mese dallo scadere, l’unica idea che vi viene in mente per giustificarvi davanti all’Europa è togliere quei quattro siluri rimasti dopo il passaggio dei bracconieri (“legalizzati”)? O ancora “Nessuno ha intenzione di prelevare le carpe, ma definirle parautoctone” della serie che non le preleviamo con i mestieranti, ma se non sono autoctone il suo prelievo viene reso possibile senza quantità e limite, in quanto alloctona, come accade per il siluro. E i bracconieri ringraziano. D’altronde da chi afferma che “le alghe non ci sono più perché le mangiano le carpe“, come se le carpe fossero comparse da 5 anni e non presenti dalla notte dei tempi.. non ci si può aspettare chissà cosa. Ancora: “Voi non avete mai portato le vostre idee alle consulte ittiche” e “Dovete andare in Regione a parlare di questi aspetti“. Chi glielo spiega che nelle consulte ci entra chi ha tante tessere (e chi vi è ora fa gli interessi di pochi), e che chi è in Regione nonostante gli incontri e la documentazione fatta pervenire, non è al corrente di tutto quello che sta accadendo in merito al bracconaggio?
Alla conferenza era presente in veste di mediatore Giambastiani di Tutto Carpa e Siluro, che più di essere imparziale o dalla parte dei carpisti (quale è), sembrava più dalla parte della Regione, Galigani il cui quasi unico intervento (“bisogna abolire la pesca professionale nelle acque interne”) ha suscitato un boato e scroscianti applausi dalla platea, e l’ittiologo Piccinini, di cui non ricordo sinceramente alcun intervento fondamentale.
Dalla platea tuttavia non sono mancate le domande, e gli sfoghi (anche forti e decisi) da parte sia di pescatori comuni, che da rappresentanti delle maggiori associazioni relative al carpfishing (Zurma,CFI) e catfishing (Valeriani, Movimento Gruppo Siluro Italia), che hanno giustamente illustrato la situazione reale dei fiumi per quello che concerne il bracconaggio (mai tirato in ballo da Nonnis), leggi astruse, sicurezza, controlli e dotazioni delle guardie, e l’impossibilità per queste categorie di pescatori di riuscire a fare sentire la propria voce nelle tante decantate consulte di pesca, dove si legifera in materia pesca e dove chi decide lo fa in base ai finanziamenti possibili da prendere, non per il bene del pescatore.
Aldilà del nulla di fatto della conferenza, e della presunta indifferenza dei pescatori a quello che accade pochi metri più in là della struttura che ospita l’evento, la fiera rispecchia quello che è l’attuale mondo della pesca ferrarese. Stand che promuovono laghi a pagamento, nessun espositore delle aziende del settore, aziende di boiles che se non stordiscono i visitatori con l’odore delle esche, lo fanno con musica sparata altissima nelle orecchie neanche fossimo in discoteca (e per fortuna che il pescatore ama circondarsi dei tenui suoni della natura), e materiale per la pesca al siluro quasi estinto.
Catmagazine era presente con il suo piccolo “chiosco” presso lo stand dell’Associazione Nautica Bagnolo San Vito:
Come precedentemente detto, ero ospite dell’Associazione Nautica Bagnolo San Vito, che esponeva due interessanti novità. Il tender della Kolibri, disponibile nelle versioni da 2,00m e 2,60m.
Alta qualità, spessore del materiale e molti accessori fanno di questo tender un’ottimo prodotto ad un prezzo contenuto (450€ e 550€). Il pavimento è piatto (non paiolata, quindi più stabile e solido), smontabile a fisarmonica per un trasporto agevole.
Sono presenti diverse robuste maniglie per essere sollevato facilmente, e un comodo scorri cima posto sulla punta frontale, utile per far scorrere cime ed ancora.
Altra caratteristica sono le due sedute scorrevoli su guida, che permettono ai passeggeri (massimo 2) di spostarle per un comfort migliore.
Remi, robusto specchio di poppa per il motore (massimo 5hp), pompa per il gonfiaggio e sacca per il trasporto concludono la dotazione di questo buon tender, adatto sia per il carpfishing, che per il catfishing.
Presentate la nuova linea di imbarcazioni da pesca della serie Blu, disponibili in 4 versioni: 4,70m, 5,30m, 5,70m, 6,30m, costruite interamente in Italia su progetto esclusivo della Nautica Bagnolo San Vito.
L’imbarcazione ricalca le forme delle classiche barche a fondo piatto da lago/fiume (Carolina Skiff, Omegaplast), con una modifica che permette tuttavia di affrontare meglio le onde ed aumentare la stabilità, ovvero una prua a v:
Provata in acqua, la stabilità è veramente eccezionale, grazie alla larghezza di ben 1,80m per tutti i modelli (al contrario della larghezza standard di imbarcazioni simili che oscilla tra 1,20 e 1,60m) e al doppiofondo riempito di poliuretano.
L’interno risulta spaziosissimo, al punto di poter caricarvi un tender, aprirvi una tenda o affiancare due lettini per affrontare comodamente una battuta da barca anche di notte. Ovviamente è possibile personalizzarla con sedute, console di guida, gavoni aggiuntivi a quello già spazioso e largo presente a prua. Questo, oltre ad essere calpestabile, grazie alla sua struttura impedisce l’ingresso dell’acqua, e l’apertura è abbastanza larga da far passare la ciambella di salvataggio.
Per gli appassionati di pesca dalla barca vi consiglio di andare a provarle presso la Nautica Bagnolo San Vito a Correggio Micheli (Mantova), rimarrete strabiliati dalla stabilità e dallo spazio interno. Ai carpisti e siluristi che amano pescare da fermi di notte, risulta un campo base veramente notevole!
L’unica altra novità relativa alla pesca del siluro in tutta la fiera era rappresentata dalla Taffi Tackle, presente presso lo stand del negozio Zoofishing. Per chi segue Facebook, avrà sicuramente visto questa linea in quanto utilizzata da Marco Turrini, componente del Team Italia Taffi Tackle, assieme a Roberto Godi e Matteo Desirò. Proprio quest’ultimo era presente allo stand e ci ha descritto le attrezzature.
Iniziamo con la Unlimited Boat, canna come lascia intendere il nome pensata per la pesca dalla barca (con tecniche come la break, pesca a sasso o similari), confermata dalla lunghezza di 2,45m.
Esteticamente appare molto bella, con manico inferiore e sopra al portamulinello in sughero, un colore semplice ma elegante come il bianco ed inserti metallici a chiudere ogni bordo.
Presenta un comodo tappo finale con la punta arrotondata utile ad evitare dolori al bacino durante il combattimento, un portamulinello metallico di fattura non eccelsa ma robusto, e uno spigot rinforzato con un anello metallico:
Sono presenti 8+1 anelli adatti all’uso dei trecciati (non Fuji o Alps), anche se a nostro giudizio risultano per via della dimensione della struttura dei tripli ponti molto pacchiani e ingombranti, quasi da canna da traina.
Per quello che riguarda la potenza è da 250-400 grammi, attrezzo molto potente che rientra nelle abitudini dei pescatori tedeschi. Canna in grado di lottare tranquillamente con esemplari di siluri molto grandi, ma di non trasmettere più di tante emozioni con siluri di taglia medio-piccola. L’azione è piacevolmente parabolica, l’ideale per pescare dalla barca. In trazione si sente piegare fino sotto al sughero. In corrispondenza dello spigot è per ovvi motivi più rigida, interrompendo leggermente l’armoniosità della curvatura.
Molto più divertente la Vertical Action, canna destinata alla pesca dalla barca con tecniche in movimento come la verticale. La lunghezza di 1,95m ci piace parecchio, così come l’azione parabolica e la potenza contenuta da 120-220 grammi. Questa può essere davvero divertente in pesca con siluri di qualsiasi taglia.
Anche qui finiture molto belle in sughero e metallo, tappo arrotondato:
Non condivido molto la scelta del portamulinello metallico identico alla Unlimited Boat: aumenta il peso (e chi pesca a vertical per ore sa quanto il peso alla lunga possa influire sul braccio e di conseguenza sulla pesca) e la sensazione del freddo al contatto nella stagione invernale.
Qui abbiamo 8 anelli adatti all’uso dei trecciati (sempre non Fuji o Alps), tutti triplo ponte e fortunatamente contenuti nelle dimensioni.
L’ultima canna proposta è la Unlimited Spin, canna dedicata allo spinning.
La lunghezza di 2,60m è una via di mezzo per la pesca a spinning da barca e da riva. In genere le canne da spinning da barca sono al massimo 2,40.. da riva meglio 3,00m. L’azione è piacevolmente parabolica come per la Unlimited Boat, suggerendo un utilizzo prettamente dalla barca.
In questo caso abbiamo oltre alle solite finiture in sughero e metallo, una migliore scelta della componentistica. Un tappo arrotondato più ricercato:
portamulinello Fuji DPS
Gli anelli sono adatti ai trecciati, ma sempre anonimi:
La potenza è tanta: 300 grammi con un’azione parabolica piacevole. Potete tirare con tutta tranquillità.
Affianco alle canne è disponibile un’ampia scelta di minuteria, terminali pronti, piombi, clonk, sacca di pesatura:
Presente anche l’avvisatore di abboccata, molto compatto, con volume e tono regolabile, led di segnalazione, ma con un’aggancio per la canna molto spartano e sicuramente migliorabile:
Da siluro non abbiamo trovato nient’altro, e con l’aria che tira a Ferrara ed in Emilia Romagna, non mi stupisco.
Vi lascio ad una carrellata di foto scattate in giro per la fiera:
Alla prossima!