Pronti, partenza, breakline!

Il freddo invernale ha finalmente ceduto il passo alle miti temperature primaverili, le giornate si allungano regalando più ore di luce, la natura si risveglia e con essa la voglia del silurista di ritornare a passare una notte sul fiume, che spesso equivale ad una battuta di pesca con la tecnica della breakline. La prima notturna dell’anno è speciale: te la sei immaginato e costruita nella mente durante tutto il periodo invernale. Ogni azione, movimento, dettaglio è stato già definito meticolosamente.. d’altronde l’inverno è stato lungo quest’anno, e di tempo per pensare ce n’è stato purtroppo parecchio, interrotto un paio di volte da una uscita in barca sul Grande Fiume, con esiti tutt’altro positivi.

Nella tua mente però sai già che per ottenere il risultato sperato devono esserci determinate condizioni meteo e del fiume e non puoi accontentarti come durante l’anno di quello che capita. Qui entra a supporto l’esperienza accumulata negli anni, lo spirito di osservazione, saper leggere le condizioni ambientali e la loro evoluzione fino al giorno giusto, quello che ti può garantire il risultato. Quando Stefano mi ha chiamato per chiedermi di unirmi a lui per la prima brekkata dell’anno sapevo benissimo che la sua non era una proposta campata per aria ma frutto di osservazione e studio delle varie condizioni che si sarebbero presentate a seguire.

Così finalmente ripercorri istante per istante ogni attimo immaginato e pianificato nella lunga pausa invernale, e ti ritrovi finalmente davanti a quel fiume tanto bramato. Una nuova avventura può iniziare!

Memore di una vecchia pescata che ci regalò una doppietta spettacolare in condizioni simili (leggi qui il report), convinco Stefano a riposizionarci sullo stesso spot.

Pressione e temperatura sotto controllo

Le fasi seguenti di preparazione delle canne da pesca sono un rituale che eseguiamo accuratamente con precisione e metodicità, verificando ogni dettaglio.. nulla può e deve essere lasciato al caso: l’integrità del terminale, l’affilatura degli ami, il consumo del trecciato della lenza madre.

Parte della mia montatura da break line

Il litigarsi gli appigli ed i rami migliori dove brekkare è spesso la fase più concitata. Riesco comunque ad ottenere uno dei due spot in cui avevo brekkato la scorsa volta e che si rivelarono vincenti. Iniziamo così a posizionare con cura gli inneschi.. al contrario di Stefano, che non necessitava di aiuto a bordo e di strumenti, io mi avvalgo del suo aiuto di timoniere e dell’ecoscandaglio per posizionare le esche nel punto per me più fruttuoso. Spesso si sottovalutano molti aspetti tecnici della breakline.. non è solo “fissare un’esca di là“, ma è necessario saper leggere il fondale, la corrente, la giusta altezza dell’esca e tanti altri accorgimenti. Al tramonto siamo perfettamente in pesca e con il campo preparato.

Tubertini Ethnic Breakline Cat

Ryobi AP Power 20000 carico di Momoi Jigline MX8 90lbs

Tramonto sul fiume

L’attesa. Nuovamente l’attesa. Hai atteso mesi in casa.. ma questa è un’attesa diversa, perchè finalmente sei lì.

Attesa

Nervi tesi come una molla e muscoli pronti a scattare al minimo “bip“. Difficile da spiegare a chi non pesca cosa significa e cosa si prova.

Sperando..

Come un fulmine a ciel sereno ecco che quel “bip” tanto desiderato lo senti nitido e ripetuto. Dopo tanto tempo forse perdi un qualche attimo per realizzare che sia tutto vero. Stefano recupera e ferra. Il combattimento non è eccezionale, il siluro è piccolo, ma è una conferma della bontà della scelta dello spot. Ormai si sta facendo notte, bisogna riportare fuori l’innesco.. ma qui abbiamo un contrattempo non da poco.. la molla della corda d’avvio del motore si rompe, e l’accensione diventa complicata. Stefano riesce giusto a riposizionare l’innesco, ma eventuali future partenze non avranno lo stesso trattamento per ragioni di sicurezza, la quale viene prima di tutto.

Buio in arrivo prima del riposizionamento dell’esca

Ora che tutte le canne sono nuovamente in pesca, l’attesa può continuare ingannata dalla preparazione della cena. Credo tuttavia di essere riuscito a dare un solo morso al panino prima di fiondarmi sulla mia Ethnic Breakline Cat (leggi qui la recensione) sbrekkata. Sentivo qualche testata poco decisa e poca resistenza. I casi erano due: o era un pesce piccolo.. oppure era grosso e mi stava venendo incontro. In genere mantengo un basso profilo sbilanciandomi sul piccolo, al contrario di Stefano che urlava già al grosso. Ho iniziato a cambiare idea quando più o meno davanti a noi si è piantato a centro fiume, in piena corrente, sul fondo senza muoversi di un centimetro nonostante tirassi con forza. Se non tenevo in tiro la canna, il filo era molle e lei dritta. Pensavo ad averlo perso in mezzo ad un’ostacolo sul fondo. Poi di colpo riparte, non a favore di corrente, ma controcorrente. E’ lì che ho cominciato a credere pure io al pesce di dimensioni generose. Inoltre la sponda degradava dolcemente, e non appena sentiva la poca profondità ripartiva a razzo. Dopo vari tira e molla riesco a portarlo a tiro di guanto di Stefano, che effettua un glowing da manuale e pone fine al combattimento. E’ fatta. E’ grosso. E sarà pure stanco. Lo leghiamo con un cordino dotato di tutti gli accorgimenti per evitargli ferite e diamo abbastanza corda in modo che rimanga dove l’acqua è abbastanza profonda e ossigenata. Al mattino ci saremmo adoperati per le foto ed un corretto rilascio.

Come detto precedentemente, non avevamo più modo di portare le esche in posizione in sicurezza, quindi dalle 21,40 in poi, rimango con una sola canna in pesca. Sinceramente dopo una cattura simile, poco mi importa. 

Non accade più nulla sino alle 4.00 di notte circa, quando sbrekka la mia seconda canna. Nonostante la ferrata abbastanza rapida (senza neanche mettermi scarpe o le crocs che avevo appositamente posizionato a lato), il siluro non rimane allamato. Evidenti i segni del morso, terminato poco prima dell’amo. abbiamo ancora 3 orette buone di pesca ed io non ho più canne in pesca. Posso dormire tranquillo.

Nelle 6.00 sbrekka una delle canne di Stefano: anche qui stessa cosa capitata a me. Evidentemente si erano attivati i siluri più piccoli.

Non appena il sole si alza  ed inizia a riscaldare smontiamo campo e sbrecciamo le canne rimanenti. Era giunto il momento di misurare il siluro, fargli una foto ricordo e dargli un meritato rilascio. Recuperiamo così la corda e lo vediamo affiorare. Di notte l’impressione che ci aveva fatto era diversa, sembrava più piccolo. Procediamo alla misurazione. Quando il metro arriva a due metri e non sei ancora alla testa, significa che è veramente grosso. Il metro si ferma a ben 2,48m.. il che significa il mio nuovo record personale.!

Testa enorme

Missile

2,48 di pura potenza

Foto ricordo anche per Stefano

Era da più di un anno che non pescavo un siluro a causa di impegni che mi hanno tenuto lontano dal fiume e da condizioni improbabili le poche volte che ho avuto l’opportunità. Lunghi periodi di assenza di catture in genere covano grosse sorprese.. basta saper non mollare e continuare a pescare con passione e umiltà. Ora spero solo di non dover attendere a lungo.. non vorrei essere in debito!

Ovviamente la cattura la divido con Stefano, che ringrazio per aver reso possibile questa pescata ed essersi impegnato a recuperare esche, tender e gommone in poco tempo e ad avermi fatto da timoniere. Non andiamo tante volte a pesca.. ma quando ci andiamo riusciamo ancora, dopo oltre dieci anni di breakline, a toglierci qualche soddisfazione!

Release

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