Predatori alternativi

Dicembre è un mese particolare, di transizione. Può regalarti le prime gelate notturne, la prima neve.. oppure giornate soleggiate con temperature stranamente gradevoli.. o come spesso accade un bel muro di pesante, umida e fredda nebbia. E’ il periodo adatto per un altro predatore che vive nelle nostre acque, preistorico nella forma, delicato nella mangiata, famelico quanto basta ed in grado di regalarci emozioni in quelle giornate in cui non vediamo traccia di siluri. Stiamo parlando del lucioperca.

Partiamo io e Gabriele un sabato mattina con la calma e la tranquillità che oramai contraddistingue le nostre uscite a pesca. Al nostro arrivo ci compiacciamo del fatto che la nebbia si sia un po’ diradata e permetta di uscire con tranquillità. Il freddo e la nebbia sono ottimi deterrenti.. sembra non vi sia nessuno fuori a pesca, perlomeno di quelli del pontile. Questa è una bella notizia in quanto le derive sono meno disturbate ed i pesci meno sospettosi. Iniziamo la ricerca di qualche siluro, alternandoci nel vertical e nel fireball. Purtroppo il nostro raggio di azione, un po’ per le avvisaglie di nebbia, un po’ per potenza motore e grandezza serbatoio, è limitato a due derive, che ripercorriamo più volte senza però raccogliere alcun risultato. E per nessun risultato intendo oltre a neanche una tocca, neanche un pesce visualizzato sull’ecoscandaglio.

Gabriele così decide di dedicarsi al morto manovrato in cerca di lucioperca, conscio del periodo ottimale nonostante il livello del fiume molto basso che lascia scoperti molti spot pieni di rami ed anfratti in cui amano sostare questi predatori. Una canna sensibile, mulinello contenuto, treccia sottile e finale in fluorocarbon. Come esca è possibile spaziare tra alborelle e piccole gomme. Il resto è tutto un sondare ogni cm di sponda con lanci millimetrici attorno a possibili nascondigli ed essere pronti a ferrare alla prima vibrazione insolita che si sente. pescare in questo modo diventa un buon esercizio per capire la conformità del fondale e gli ostacoli presenti. Certo, gli incagli sono l’ordine del giorno, ma il più delle volte si riesce a districarli senza troppi patemi.

Montature utilizzate

Dal vertical al mort manié 

I risultati non si fanno attendere. Dopo due mangiate sbagliate, ecco la prima cattura:

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E all’imbrunire arriva la doppietta:

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Dopo l’ennesimo rilascio, il buio incombe e torniamo al pontile. Per questa volta non avremo avuto a che fare con i siluri, ma un qualche predatore alternativo è venuto a trovarci, tanto per non perdere il vizio!

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