Non è Francesca

Hai presente quelle partenze fulminee, inarrestabili, quelle che ti fanno salire il cuore in gola, che ti fanno correre a ferrare e ferri con tutto quello che hai perché sei sicura che dall’altra parte c’è qualcosa di grosso? Bene! Allora sei lì, con la canna in mano, la frizione che urla, la lenza che canta alla brezza della giornata… entri in sintonia con l’attrezzatura, ti fondi con essa per carpire ogni minimo segnale che ti possa far capire se è veramente lei e mentre intoni questo legame  di diverso, di anomalo: la tensione del filo ti parla… tac, tac, tac, tac…come un’abrasione e allora realizzi che…non è Francesca, ma un pesce diverso ed allo stesso tempo tenace, di pesante, dotato di denti: è l’unica spiegazione!

Il battesimo dell’acqua

Il battesimo è fatto: è lui, non può essere altro che lui, il siluro. Abbandono l’idea della over immediatamente e mi cimento mente e corpo in questo combattimento energico sperando che il terminale resista e che non mi faccia perdere l’occasione di avere una preda di tutto riguardo a guadino. Tiene il fondo e non accenna a placarsi, prende filo e non si arresta; ci vuole calma e pazienza. Lentamente, dopo diversi minuti, si avvicina ed è mio!

Il siluro più grande cascato sulle boiles

Lo stupore, la meraviglia, la gioia

Nonostante il siluro non sia il pesce target nel carpfishing catturarlo con un’attrezzatura così “leggera” è, senza dubbio, divertente e, personalmente, altrettanto soddisfacente ed emozionante. Per rendere l’idea del perché dico “leggera” è perchè con canne da 12 piedi 3,5 libbre ed un nylon dello 0,35 in bobina, pescare un siluro anche di 1,30m diventa interessante e tecnicamente difficile da gestire in combattimento dato che i terminali che utilizzo solitamente sono in trecciato da 25 libbre. E l’amo? Beh, niente che sia paragonabile a quelli usati solitamente per la pesca a break-line, al morto manovrato, alla pesca a clonck o alle altre tecniche specifiche per insidiare questo pesce: un amo classico per le presentazioni affondanti o uno a schiena d’asino per quelle pop-up del numero 2; l’unica piccola accortezza è che utilizzo ami con rivestimento in PTFE (ossia teflonati) non tanto per una ragione legata alla possibilità di catturare un siluro, ma tanto per il fatto che hanno la superficie opaca adatta alle zone di forte pressione di pesca, dove ci sono pochi pesci e quelli che ci sono risultano essere un po’ più sospettosi.

Tuttavia al di là della tecnica e dell’attrezzatura sono curiosi il modo, il luogo ed il tempo in cui ho avuto l’opportunità di catturare diversi esemplari di siluro; ci troviamo in cave adibite a casse d’espansione, dove acqua risorgiva sgorga tutto l’anno garantendo un afflusso costante di ossigeno e micronutrienti utili al mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema acquatico. Per questo motivo, nel comprensorio, vivono ed interagiscono diverse specie ittiche tra cui carpe regine e specchi, carassi, scardole, persici sole, luccio perca, amur, pesci gatto, black-bass, il siluro e gli ormai rarissimi tinca e luccio. Nonostante i laghi abbiano vissuto momenti di difficoltà dovuti ad una grande moria di carpe, al bracconaggio ed al più tristemente noto “catch&grill”, ci sono piccoli segnali di ripresa con catture di giovani carpe di taglia media tra i 5 ed i 7kg che fanno ben sperare in un futuro più roseo per i nostri amici pesci.

In pesca

Poi, di tanto in tanto, fanno capolino loro, i signori degli abissi e dell’oscurità anche se di tali condizioni, in questo caso, non ve ne è proprio traccia poiché la profondità media di queste cave non supera i 3 metri e la qualità dell’acqua è decisamente buona intesa anche in termini di trasparenza e di permeabilità della luce tant’è che, in primavera, il fondale fiorisce di vegetazione. Mi è sempre capitato, infatti, di effettuare catture di giorno sia in pieno lago che nel sotto riva a profondità anche solo di un metro e mezzo!

Altro siluro cascato sulle boiles

Le esche che ho utilizzato sono normalissime boilies al pesce o speziate ammollate qualche giorno nel proprio dip per aumentarne il potere attrattivo e questo sembra aver consegnato le chiavi per il successo della sessione. I siluri erano tutti in salute e nel pieno delle loro forze, con la pancia bella piena di boilies sia della sessione che della pasturazione preventiva e di gamberi della Louisiana… dati gli scarti dei gusci ritrovati nel materassino! Grazie a quest’ultimo indizio è utile vedere come questi pesci si siano adattati all’ambiente che li ospita alimentandosi di questi temibili crostacei i quali rappresentano realmente un pericolo per l’ecosistema acquatico.

Presentazione ottimale

Boile al pesce

Catfish care

Generalmente un carpista non è molto ben attrezzato per la cattura di un siluro a parte avere un ampio guadino ed un materassino enorme, nella borsa mancano un paio di guanti ed il metro per la misurazione. Difatti, senza guanti per la presa mandibolare risulta alquanto difficile manipolare questi pesci poiché hanno una struttura fisica totalmente agli antipodi della carpa e qui l’abitudine gioca brutti scherzi sul dove mettere le mani per fare una bella foto ricordo. Il mio breve passato da silurista poteva solo ricordarmi di avere la massima cura per questi poderosi pesci che hanno reso le mie sessioni di pesca in queste cave memorabili ed emozionanti (clicca qui per il mi otricolo sul Catfish Care).

Altra cattura

In un qualche modo la foto ricordo è stata scattata ed il momento più atteso sta per avvicinarsi… un dolce rilascio che più che un addio è, semplicemente, un arrivederci.

Mentre i graffi sulle mani ed il dolore alle braccia spariranno brevemente, il ricordo rimarrà impresso nel cuore e nella mente e vivida rimarrà la volontà di ricordare a tutti che il siluro va rispettato non estirpato.

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