Delirio ferrarese

Come rovinare una delle aree più pescose, ricche di specie ittiche e di specchi d’acqua, rovinando la pesca sportiva e l’indotto che essa genera, a favore di ristrette categorie di pescatori? Basta rivolgersi alla Provincia di Ferrara e ai lungimiranti componenti della sua consulta ittica, i quali da anni impegnano energie e fondi per raggiungere questo obbiettivo.

La ricetta è semplice:

– divieto di re-immissione di tutte le specie alloctone (90% delle presenti nelle nostre acque) con la delibera della Giunta Regionale 3544 del 27-07-1993 (con incongruente deroga però alle specie pescate durante le gare di pesca sportiva)

– prelievi di siluri, carpe, amur dagli svasi annuali dei canali (con destinazioni commercianti ittici, laghi a pagamento, ecc.)

– concessione di licenze di pesca professionale a persone dell’est europa (note da tutti come bracconieri)

– nessun provvedimento contro il bracconaggio industriale (ampiamente dimostrato con materiale fotografico, video)

– nessun provvedimento contro inquinamento, distruzione degli alvei, cementificazione, ecc

– limitazione dei mezzi, del numero e dei poteri delle guardie ittiche

– leggi restrittive per lo svolgimento della pesca sportiva (pesca notturna, divieto di pesca in deriva da natante, divieto dell’uso del vivo e morto, proposta di rendere la carpa alloctona, ecc.)

– ultima novità 2014: programma sperimentale di attività per il recupero della biodiversità nei canali attraverso il lavoro di pescatori di professione (leggi “come svuotare definitivamente i canali con tanto di autorizzazione”)

Il risultato dopo vent’anni di ricetta? I fiumi ed i canali sono inquinati al punto da non permettere alle specie autoctone di riprodursi e svilupparsi, permettendo la vita alle specie alloctone che meglio si adattano alle condizioni. Le uniche specie che riescono a sopravvivere le decimiamo grazie alle leggi che ci vietano il rilascio e a bracconieri più o meno legalizzati che giorno e notte con mezzi discutibili pescano e rivendono tutto ciò che gli capita nella rete (ed il loro portafoglio ringrazia). Per essere certi di fare un bel lavoro, con gli svasi o pescatori di professione incaricati, recupero il pesce che mi interessa e lo vendo, quello di poco valore lo rilascio (passando così per salvatore dell’ecosistema). Sulle sponde scompaiono i semplici pescatori, vessati da leggi che gli impediscono di svolgere una disciplina sana ed innocua come la pesca e dall’assenza delle specie ittiche preferite. Di conseguenza sparisce buona parte dell’indotto generato dalla pesca sportiva, che include aziende costruttrici  di attrezzatura da pesca e negozi, ma anche un minor guadagno per attività ad essa connessa, come hotel, ristoranti, bar, benzinai, market, ecc.  Sulle sponde chi rimane? Quei pescatori rappresentati dagli unici enti in grado di partecipare alle consulte, che per il bene del proprio orticello (e di chi avrà poi accesso a fondi economici) decidono delle sorti di un bene comune. In questo caso garisti e una sparuta rappresentanza di pescatori in cerca di un’utopico ritorno della biodiversità (che grazie ad un’ingrediente della ricetta di prima, non si ripresenterà mai). Chi guadagna da tutto ciò? i bracconieri, i pescatori di professione, chi riceve fondi per la creazione di questi progetti (Università), chi ha interesse ad avere fiumi vuoti.. e l’ego di quei pochi pescatori che rimangono sulle sponde.

Cosa possiamo fare noi pescatori?

Nelle ultime settimane il tam tam mediatico sui social network e siti di pesca relativo alle ultime decisioni della provincia di Ferrara è incessante, e va ad unirsi all’interminabile numero di segnalazione ed articoli relativi al bracconaggio.

Potete trovare aggiornamenti giornalieri su questa situazione sulla pagina Facebook del Movimento Gruppo Siluro Italia (clicca qui per accedere), da sempre in prima linea contro bracconaggio e malagestione della pesca sportiva, sulla pagina Facebook di Save our Fish, Save our nature – A guardia di una passione (clicca qui), movimento nato da poco per unire ed informare i pescatori sportivi di qualsiasi disciplina per combattere le cause del degrado attuale della pesca e dei fiumi.

Inoltre, sul sito “Il blog della pesca” (clicca qui per accedervi) è stata lanciata una raccolta firme per tentare di quantificare il numero di pescatori che non si sentono rappresentati da coloro che attualmente decidono per tutti nelle consulte ittiche. Invitiamo tutti coloro stanchi di questa situazione a firmare la petizione online cliccando qui.

Partecipare alla conferenza “Nuovo regolamento in Emilia-Romagna: quale sarà il futuro?” alle ore 12.00 (Pad.2) di sabato 13 dicembre alla fiera Carpshow & Specialist di Ferrara per ascoltare le ragioni delle scelte prese ed esporre i propri quesiti.

Non ultimo “ringraziare” il firmatario della delibera: stefano.lovo@provincia.fe.it

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